Categoria: Escursioni
Visite: 1109

Galleria delle Carte Geografiche
Musei Vaticani – Roma

Compatibilmente poi con le condizioni atmosferiche, raggiungeremo a piedi la terrazza del Gianicolo, che offre una splendida vista su Roma dove consumeremo il pranzo liberamente. Diversamente ritorneremo a Orvieto consumando il pranzo durante il viaggio di ritorno.

I non soci dovranno attivare l’assicurazione obbligatoria giornagliera comunicando telefonicamente o via whatsapp o rispondendo alla presente e-mail, nome, cognome, luogo e data di nascita al n 3338946791.
La quota di patecipazione va data al responsabile dell escursione prima della partenza 

Breve descrizione della Galleria delle Carte Geografiche

Oggi inclusa nei Musei Vaticani il corridoio (corridore) è lungo l'itinerario che conduce alla Cappella Sistina. Già Galleria del Belvedere, il “corridore” deve il nome alle quaranta carte geografiche affrescate sulle pareti che raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca del pontificato di papa Gregorio XIII (1572-1585). Furono dipinte fra il 1580 e il 1585 su cartoni di Padre Egnatio Danti, dell’Ordine dei Predicatori [Nativo di Perugia, matematico, cosmografo e cartografo del Granduca Cosimo I Medici per il quale progettò la Sala del Mappamondo in Palazzo Vecchio. A Firenze realizzò molti strumenti ottici e di rilevamento (un prototipo di cannocchiale, diottre, armille, meridiane, come quella di S. Maria Novella). Alla morte di Cosimo, inviso al figlio di questi Francesco, fu trasferito a Bologna; qui fu cattedratico presso lo Studium e realizzò la meridiana in S. Petronio successivamente restaurata dal Cassini. Papa Gregorio Boncompagni lo volle alla sua Corte. Fu componente della Commissione per il Calendario e progettò, oltre al ciclo pittorico geografico nella Galleria del Belvedere, la Torre dei Venti e collaborò col Fontana per il posizionamento dell’obelisco e la meridiana in piazza S. Pietro. Fu fatto vescovo di Alatri. Per Monaldo Monaldeschi della Cervara, autore dei Comentari Historici, nel 1583 realizzò la Urbisveteris Antiquae Ditionis Descriptio, prima rappresentazione cartografica del territorio orvietano al tempo di Manno Monaldeschi, 1334].

Procedendo dall’ingresso attuale (in origine, fine del corridoio) alzando

lo sguardo verso la volta a botte del soffitto, elemento divisorio raffigurante l’Appennino, sulla parete di sinistra sono raffigurate le regioni ad Ovest bagnate dai mari Ligure e Tirreno, su quella di destra le regioni ad Est bagnate dall’Adriatico. Oggi infatti il percorso turistico è rovesciato rispetto a quello originario che principiava provenendo dalle stanze residenziali del papa e dalla basilica e le corografie a destra rappresentavano le regioni tirreniche mentre quelle a sinistra il versante adriatico. Alcune mappe sono state oggetto di parziale o totale restauro o rifacimento già qualche decennio dopo. La Tuscia Suburbicaria/Patrimonium Sancti Petri (e forse anche Etruria) ad es. furono rifatte sotto Urbano VIII Barberini (1632-1637) e capovolte col Nord in alto. Ogni carta regionale è corredata della pianta del capoluogo (o dei capoluoghi, come nel caso di Viterbo ed Orvieto appaiate nella Tuscia Suburbicaria) principale e su una lunetta sovrastante sulla volta, una serie di cinquantuno affreschi raffigura episodi miracolosi o edificanti legati ai luoghi sottostanti, mentre un’altra serie di dipinti a monocromo riporta episodi dell’Antico Testamento. Nel caso della Tuscia, genius loci è il Miracolo di Bolsena (la Messa di Bolsena è anche uno degli affreschi nelle Stanze di Raffaello) con la Processione di Orvieto (Urbano IV che accoglie le reliquie al Ponte di Rio Chiaro).

La sala fu progettata da Ottaviano Mascherino per collegare il nuovo osservatorio astronomico, la Torre dei Venti, con il Palazzo Apostolico, attraversando virtualmente le mappe della terra prima di osservare il cielo. La decorarono e affrescarono, sotto la guida del Danti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia, i due fratelli fiamminghi Matthijs Bril e Paul Bril, Giovanni Antonio Vanosino da Varese e Antonio Danti; la volta è di Antonio Tempesta ed altri. La decorazione delle pareti di edifici monumentali con rappresentazioni geografiche è una pratica artistica che trovò una nuova fortuna nella seconda metà del XVI secolo (Palazzo Vecchio a Firenze; Palazzo Farnese di Caprarola). L’umanista tedesco Luca Holstenio, cinquant’anni dopo, curò il restauro di molti degli affreschi, forte anche dei progressi compiuti nel campo della cartografia, che in quegli anni aveva sviluppato tecniche di misurazione più accurate.

La galleria è lunga 120 metri e comprende:

Silvio Manglaviti